I vantaggi di praticare un’arte marziale

Quali sono i vantaggi di praticare un’arte marziale? Questa è una domanda frequente e legittima che spesso viene posta, soprattutto da coloro che stanno valutando se iniziare a praticarne una o che magari poco conoscono dell’ambito marziale. Vediamo allora, con questo articolo, di provare a fornire alcune risposte o quanto meno degli spunti per facilitare la comprensione anche ai neofiti.

A prescindere che si tratti di kung fu (o meglio, wu shu), di karate, o di qualsiasi altra, praticare un’arte marziale significa allenare e temprare il corpo sotto più punti di vista.

Indubbiamente l’apparato muscolo scheletrico viene sollecitato, irrobustito, potenziato, tonificato. Con lo stretching e la ginnastica si aumenta la flessibilità, con lo scambio di colpi, il condizionamento fisico e il potenziamento ci si fortifica, e di conseguenza la resistenza fisica aumenta. Si può inoltre aumentare la propria destrezza, i riflessi, l’equilibrio e la coordinazione motoria.

Grazie a tutto ciò anche gli organi interni ne traggono beneficio, in termini di circolazione sanguigna, di respirazione, di energia interna, ma anche depurazione e benessere in quanto l’esercizio fisico apporta benefici al metabolismo e a induce a uno stile di vita più sano.

Praticare un’arte marziale può anche fornire l’occasione per scaricare tensione e stress, o anche per meditare e concentrarsi su noi stessi in quanto richiede un discreto lavoro personale e su se stessi.

Tutto ciò richiede pazienza, spirito di sacrificio, umiltà, perseveranza: non ci si deve approcciare alle arti marziali pensando di completare un pacchetto di lezioni, bensì si deve pensare ad esse come ad un percorso. Tramite la pratica e lo sforzo continuo ci si mette in discussione, si vincono limiti e paure, si diventa migliori, più virtuosi se vogliamo.

Non a caso il saluto tipico che magari abbiamo visto, Zuò yi 作揖 o Baoquanli 抱拳礼, con la mano destra chiusa a pugno e la sinistra ad avvolgerla, al di là di significati storici, rimanda alle virtù che controllano la forza. Il fine delle arti marziali dovrebbe essere quello di renderci persone migliori, più consapevoli e virtuose. Come ripete sempre il maestro D’Aria, fare kung fu significa fare educazione fisica, mentale, spirituale.

Ovviamente, grazie alle arti marziali impariamo tecniche di combattimento utili a difenderci, a gestire situazioni di potenziale pericolo in cui potremmo trovarci, e questo gioca a favore della nostra sicurezza e autostima, ma non dobbiamo pensare a queste discipline solo come occasione di combattimenti o come tramite per istigare alla violenza. La violenza fine a se stessa, le bellicosità o il bullismo non sono aspetti da esaltare, anzi, sono da bloccare e rifiutare. Dev’esserci sempre intelligenza e rispetto reciproco.

Ognuno può praticare le arti marziali e cercare quella più adatta alla propria indole, alla sua età e alla sua conformazione fisica: vi sono infatti discipline di tutti i tipi, da quelle più morbide e quasi terapeutiche (come il taiji o tai chi) a quelle di tipo più agonistico. Le possibilità non mancano, così come non mancano le scuole e le associazioni che offrono corsi sul territorio nazionale, non solo di wushu o kung fu. Ce ne sono molte e di buon livello, che magari hanno anche conseguito ottimi risultati o che tengono i contatti con l’Oriente presso cui si recano a studiare, e che permettono di stimolare i praticanti anche sotto il profilo formativo e culturale.

Le arti marziali rappresentano quindi un’occasione di crescita personale per tutti, sia per i giovanissimi che per i più anziani, e devono essere vissute come un percorso che permette il miglioramento dell’individuo tramite il lavoro su se stessi, la pratica con i compagni e una guida preparata che sappia accompagnare il praticante con i propri insegnamenti.